Non solo tattica, non solo carisma, non solo mercato. José Mourinho ormai si dedica anche al ruolo di alchimista tecnico: con l’aiuto dello staff medico e dei fisioterapisti addetti al recupero degli infortunati, è obbligato a centellinare le comparsate dei giocatori a seconda del rapporto tra necessità e rischio. A Tiraspol, con il nuovo stop di Renato Sanches e la reazione smarrita dell’allenatore, il problema è emerso in tutta la sua trasparenza. Mentre la premura verso Romelu Lukaku è da ritenersi temporanea, e dunque legata al ritardo di forma dovuto all’estate senza veri allenamenti, esiste una categoria di atleti che hanno bisogno di un tagliando periodico in sala medica perché non si smarriscano nei loro guai cronici. Muscolari, per lo più.
Renato Sanches, Pellegrini, Aouar, Smalling, Spinazzola, Dybala e Lukaku sono i 7 che Mou deve gestire insieme al fisioterapista e allo staff medico.
Fin qui il calciatore più talentuoso della rosa si è visto per soli 161 minuti su 450: un terzo della stagione appena cominciata. E’ poco persino per le sue medie abituali, per la verità abbassate dalla squalifica che lo ha fermato alla prima di campionato con la Salernitana. Quella sera mancava anche il capitano, Lorenzo Pellegrini, che non se la passa meglio. Anzi. Lui di minuti ne ha giocati anche meno, 149, spalmati su sole due partite: Verona, l’unica da titolare, e Milan, quando è entrato troppo presto rispetto alle previsioni a causa dell’infortunio di Aouar. Già, il nuovo arrivato, il primo rinforzo in ordine cronologico della nuova Roma: Mourinho se ne è innamorato osservandolo muoversi nei primi giorni di ritiro a Trigoria e lo ha promosso immediatamente. Ma lo ha perduto alla terza giornata per un problema muscolare e non lo ha ancora davvero ritrovato: a Tiraspol, Aouar è stato forse il peggiore in campo. «Andava al ritmo della paura» ha osservato il boss, che cerca di pungolarlo.