Mike Maignan si è raccontato a tutto tondo a ESN Talks, il format dell’agenzia che cura i suoi interessi. E ha svelato un lato molto competitivo del suo carattere. “In quello che facciamo, vogliamo essere tutti i numero uno. Questo è l’obiettivo. Essere il miglior portiere del mondo per un anno è facile, ma esserlo per diversi anni no. Ecco perché bisogna lavorare molto mentalmente. Non arrendersi mai. Non importa quanti milioni guadagni o quanto sei famoso, devi continuare a lavorare. Ogni giorno lavoro tre volte tanto sui dettagli. Ad esempio, mi chiedo. ‘Perché ho fermato la palla?’. ‘Perché non avevo il piede sulla palla in quel momento?’. Cose di questo tipo. Mi sveglio ogni mattina per essere il migliore. E i miei compagni sono come me”
e ancora, ha continuato: “La mia squadra deve vincere. Se non lo fa, è un problema. E’ così che penso di poter mantenere il mio livello. Nelle partite in cui possiamo perdere 2-1, prendo due gol e non posso fare nulla. Ma penso nella mia testa cosa avrei potuto fare. Osservo ogni dettaglio. E soprattutto ogni errore che faccio”. Il portiere rossonero ha parlato anche del suo rapporto con il fallimento: “C’è stata una stagione in cui ho fatto male, mi avevano fatto fuori per sei mesi. Da allora penso questo: ‘Volete vedermi fallire, vero?’. Ma io non fallirò mai. Ciò significa che quando fallirò, c’è un fucile che mi aspetta. Quindi vado avanti”.